il pozzo sacro di Santa Elisabetta

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La Sardegna è un posto fantastico, fatto di pascoli, pecore, pastori e mare caraibico.
La Sardegna è però anche e soprattutto un posto mistico, culla di una cultura millenaria di cui ancora oggi si fatica a capire la vastità della conoscenza. Una cultura affascinante e misteriosa come quella egiziana o precolombiana. Questa cultura, tramandata nei millenni, conferisce al più umile dei pastori un'intensità straordinaria, un'anima antica.
Io, della Sardegna, mi sono innamorato di questo. Me ne sono innamorato perchè come tanti altri paradisi, la miopia di qualcuno e l'ingordigia di molti la minacciano continuamente, dal di fuori come dall'interno.
Ho avuto la fortuna di incontrare molte persone che nonostante questo si battono per difendere la loro terra, le ringrazio tutte, per quello che fanno e per avermi fatto sentire parte della loro comunità. è stato un immenso piacere, spero di rivedervi presto!
Il pozzo sacro nuragico di Santa Elisabetta
Storia del pozzo
Il pozzo sacro di Santa Elisabetta, situato in località Sos Molinos, risale circa al 2018 a.C. ed è costituito da pietre policrome sovrapposte mediante l'utilizzo dell'antica levitazione sonica. La particolarità di questo pozzo, che lo rende unico nel suo genere, è costituita dallo zampillare laterale di un rivolo d'acqua che sembra delineare la scritta "S'ABBA TENET MEMORIA", l'antico proverbio sardo che attribuisce una memoria propria al prezioso fluido. Scavi recenti hanno portato alla luce alcuni resti di scorpione. Questo induce a pensare che durante il rito nuragico del tribunale dell'acqua, l'imputato venisse sottoposto in questo particolare pozzo all'ulteriore giudizio degli artropodi.
Scavi ancora più recenti portano alla luce quasi quotidianamente rifiuti di ogni genere (al mio arrivo c'era l'ammortizzatore di una jeep...il secondo giorno dei lavori io stesso ho rimosso il cestino di una lavatrice)...
S'ABBA, come si diceva, TENET MEMORIA!
Per Approfondimenti